Sezioni

#Riparto - percorsi di welfare aziendale per agevolare il rientro al lavoro delle madri, favorire la natalità e il work-life balance - scadenza 5 settembre 2022

[Welfare Aziendale, Madri lavoratrici] Promosso dal Dipartimento per le politiche della famiglia, l'avviso intende promuovere buone pratiche a livello pubblico e privato da monitorare ai fini della replicabilità. Le buone pratiche devono sostenere il ritorno al lavoro delle lavoratrici madri, anche con l'armonizzazione dei tempi di lavoro e dei tempi di cura della famiglia.

A chi si rivolge

Imprese, ai sensi dell’articolo 2082 c.c e dell’articolo 2083 c.c., aventi sede legale o unità operative sul territorio nazionale e i consorzi e i gruppi di società collegate o controllate ai sensi dell’articolo 2359 c.c. La partecipazione è possibile anche in forma associata con altri soggetti aventi gli stessi requisiti richiesti dall’Avviso per i partecipanti singoli, costituendosi in associazione temporanea di scopo (ATS), contratto di rete o associazione temporanea d’impresa (ATI) e individuando un capofila che presenti una unica domanda di finanziamento, un unico progetto ed un unico piano finanziario.

Cosa prevede

Sono previsti tre mesi di tempo per costruire il progetto di welfare aziendale finalizzato a sostenere il rientro al lavoro delle lavoratrici madri e a favorire l’armonizzazione dei tempi di lavoro e dei tempi di cura della famiglia. Le proposte progettuali devono prevedere azioni nell’ambiente di lavoro e nella relativa organizzazione:
- supporto all’assunzione del ruolo genitoriale in un’ottica di armonizzazione della vita privata e lavorativa, e comprese iniziative di sostegno psicologico e fisico;
- incentivi economici finalizzati al rientro al lavoro dopo il parto/adozione; 
- formazione e aggiornamento per l’accompagnamento al rientro al lavoro dopo il parto/adozione.
Le proposte progettuali potranno riguardare una o più azioni coerenti tra loro, prevedendo lo sviluppo di azioni già intraprese e/o l’introduzione di nuove azioni di welfare aziendale nel contesto dell’ambiente di lavoro e nella relativa organizzazione.
Le azioni progettuali possono prevedere l’attivazione di reti con enti territoriali, imprese, enti pubblici e soggetti del privato sociale. Tale partecipazione - che deve essere comprovata da specifiche lettere di intenti, da produrre unitamente alla domanda di finanziamento - è a titolo gratuito e non sono ammessi in nessun caso rimborsi spese o altre forme di corrispettivo.
La durata delle azioni progettuali è fissata in 24 mesi.
Destinatarie delle azioni progettuali sono le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato e determinato, anche in part time, del proponente sia in forma singola che associata, incluse le dirigenti, le socie lavoratrici di società cooperative, le lavoratrici in somministrazione nonché le titolari di un rapporto di collaborazione purché la natura e le modalità di esecuzione del rapporto siano compatibili con la tipologia e con la durata dell’azione proposta con la domanda di finanziamento.
La realizzazione delle attività progettuali è svolta dal soggetto proponente, sia in forma singola che associata. 
Le spese ammissibili sono: spese di personale; costi relativi a strumentazioni, attrezzature, immobili e terreni nella misura e per il periodo in cui sono utilizzati per il progetto; costi della ricerca contrattuale, delle competenze e dei brevetti acquisiti e ottenuti in licenza da fonti esterne alle normali condizioni di mercato; spese generali supplementari e altri costi di esercizio, compresi i costi dei materiali, delle forniture e di prodotti analoghi, direttamente imputabili al progetto. 

Cosa offre

La richiesta di finanziamento per ciascuna iniziativa progettuale deve essere compresa:
- tra un minimo di € 15.000,00 e un massimo di € 50.000,00 per le imprese con meno di 10 dipendenti e i cui ricavi della voce A1 del conto economico, relativo all’ultimo esercizio contabile concluso, siano uguali o inferiori ai 2 milioni di euro.
Il proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 10% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi;

- tra un minimo di € 30.000,00 e un massimo di € 100.000,00 per le imprese con meno di 50 dipendenti e i cui ricavi della voce A1 del conto economico, relativo all’ultimo esercizio contabile concluso, siano uguali o inferiori a 10 milioni di euro (piccole imprese).
Il proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 15% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi;
- tra un minimo di € 80.000,00 e un massimo di € 250.000,00 per le imprese con un numero di dipendenti che va dalle 50 alle 250 unità e i cui ricavi della voce A1 del conto economico, relativo all’ultimo esercizio contabile concluso, siano uguali o inferiori a 50 milioni di euro (medie imprese).
Il proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 20% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi;
- tra un minimo di € 200.000,00 e un massimo di € 1.000.000,00 per le imprese con più di 250 dipendenti e i cui ricavi della voce A1 del conto economico, relativo all’ultimo esercizio contabile concluso, siano superiori a 50 milioni di euro (grandi imprese).
Il proponente deve contribuire ai costi del progetto con risorse finanziarie pari ad almeno il 30% del totale dell’importo richiesto ovvero con risorse umane, beni e servizi.

Scadenza e modalità di presentazione 

Le imprese dovranno inoltrare i progetti alla PEC dedicata AvvisoRiParto@pec.governo.it entro il 5 settembre 2022, alle ore 12.

Link utili

Avviso pubblico #Riparto

Valuta questo sito